Torte, biscotti, pasticcini, muffin e cupcake, cioccolatini, caramelle, budini, gelati e così via. Il mondo dei dolci è sterminato e offre innumerevoli occasioni agli amanti dello zucchero

per cedere al peccato di gola.

L’imbarazzo della scelta

Quando si parla di dolci ci si riferisce a quella sterminata varietà di prodotti che escono quotidianamente dai laboratori di pasticceria, ideate, create e confezionate da chi ha fatto dello zucchero (ma anche del cioccolato, della sfoglia, della panificazione e così via) una vera e propria arte.

Tra torte, crostate, biscotti secchi, frollini, cornetti, brioche, pasticcini, cioccolatini, praline, confetti, muffin e cupcake, grandi lievitati, caramelle, budini, gelati, semifreddi, creme, torroni, sorbetti e confetti, il mondo dei dolci è sconfinato e tanto ricco che è praticamente impossibile non trovare qualcosa in linea con i propri gusti.

A ciascuno il suo

Che sia legato a un ricordo, a un’occasione speciale, a un momento piacevole di condivisione, ciascuno ha il proprio dolce del cuore che, nei momenti di festa così come in quelli di tristezza, agisce come un vero e proprio comfort food.

Il meccanismo (sia fisico sia psicoemotivo) alla base di questo “bisogno di dolcezza” è spiegato bene in questo interessante articolo pubblicato su www.linkiesta.it, che affronta la questione sia dal punto di vista neurobiologico sia dal punto di vista psicologico e sociale, spiegando come il bisogno di dolci dipenda da fattori complessi che affondano nel vissuto personale (come le abitudini familiari o gli aneddoti piacevoli legati a un determinato cibo) e coinvolgono anche l’aspetto “chimico” del corpo, spingendo a ricercare ripetutamente nel tempo la stessa sensazione di piacere fisico e appagamento mentale.

Golosità a basso impatto sulla salute

Se è vero che chiunque ha il proprio dolce preferito, e che nei momenti in cui si decide di “cedere al peccato” bisognerebbe concedersi davvero ciò di cui si ha voglia, di cui si avverte l’irresistibile desiderio, ci sono condizioni in cui anche la trasgressione deve essere controllata.

Tale è per esempio il caso di patologie specifiche, come il diabete, che interferiscono con il metabolismo degli zuccheri (e dei carboidrati in generale) e rendono necessario tenere sotto controllo l’impatto dei cibi sulla glicemia. Per fortuna esistono anche dolci adatti a chi soffre di questi problemi specifici, e che già dalla prima colazione possono concedersi qualche coccola per il palato senza subire effetti negativi sulla salute.

In commercio esistono infatti prodotti appositamente studiati per chi segue una dieta speciale, tra cui quelli in cui il comune saccarosio è sostituito da altri dolcificanti naturali, come la stevia (derivato dalle foglie dell’omonima specie vegetale, originaria del Paraguay e del Brasile, senza calorie e con un potere dolcificante fino a 300 volte superiore a quello dello zucchero da tavola ma con un retrogusto leggermente amaro), l’eritritolo (presente nella frutta e nei cibi fermentati e con un potere dolcificante pari al 60-70% del comune saccarosio, con in più il vantaggio di non contenere calorie e di non avere alcun retrogusto) o lo xilitolo (chiamato anche “zucchero del legno” perché estratto dalla corteccia della betulla; apporta circa il 40% di calorie in meno rispetto al saccarosio e ha l’indice glicemico quasi dieci volte inferiore: IG 7 anziché IG 65. In più rispetto agli altri zuccheri ha il vantaggio di non favorire la formazione delle carie).

Ci sono poi i prodotti industriali confezionati in cui l’alternativa allo zucchero comune è rappresentata da dolcificanti artificiali di sintesi, prodotti in laboratorio, come come aspartame, saccarina, sucralosio, che hanno il vantaggio di essere acalorici e a impatto glicemico pari a zero, ma finiscono spesso al centro di inchieste e polemiche in virtù del loro possibile effetto dannoso sulla salute se utilizzati abitualmente e a lungo termine.

La scelta migliore resta quella di puntare su alimenti naturali mitigandone l’impatto glicemico attraverso le scelte più sane (come privilegiare i carboidrati complessi agli zuccheri semplici) e gli abbinamenti strategici (come quello con ingredienti ricchi di fibre che rallentano l’assorbimento degli zuccheri da parte dell’intestino).